Intervista Antonio Di Ciaccia e Loredana Lipperini Programma Fahrenheit di RAI 3 24.2.12 ←Per leggere l’articolo, Cliccare qui.

In seguito all’articolo del 12 febbraio di Gilberto Corbellini sul Sole 24 ore “L’autismo dei lacaniani” e alla pagina de la Repubblica del 22 febbraio a cura di Luciana Sica che riportava il Manifesto in difesa della psicoanalisi firmato da Stefano Bolognini, presidente IPA e SPI, Simona Argentieri, IPA, Luigi Zoja, junghiano, e Antonio Di Ciaccia, AMP, la radio ha effettuato il venerdì 24 febbraio un’intervista ad Antonio Di Ciaccia e Gilberto Corbellini da parte della giornalista Loredana Lipparini nel programma Fahrenheit di RAI 3.

Intervista.

 

Loredana Lipperini – La questione della vitalità della psicoanalisi è faccenda non nuova, anzi ricorre molto spesso, ma è tornata nei giorni scorsi alla ribalta con un manifesto  firmato da psicoanalisti di Scuole diverse. Prima di arrivarci, però, dobbiamo fare qualche passo indietro e raccontare quello che è avvenuto a partire dal 12 febbraio scorso.

Il 12 febbraio scorso sul Domenicale del Sole 24 ore, Gilberto Corbellini, professore straordinario di Storia della Medicina all’Università “La Sapienza” di Roma, da la notizia della sentenza con cui il tribunale di Lille in Francia condanna Sophie Robert, regista di un documentario sull’autismo che si chiama Le Mur a risarcire 56mila euro tre psicoanalisti intervistati nel filmato che viene messo al bando con questa sentenza su tutto il territorio francese.

Di qui Gilberto Corbellini parte con una riflessione sulla influenza della psicoanalisi soprattutto nella cultura francese, influenza che definisce “perniciosa”.

Ecco, qualche giorno dopo, su la Repubblica, quattro psicoanalisti di Scuole diverse firmano un manifesto, dove si risponde a quell’intervento, si affrontano molte delle accuse trattate e si sottolinea “Oggi la psicoanalisi non è alla vigilia della sua scomparsa, ma è anzi decisamente viva”.

Quel manifesto è firmato da Stefano Bolognini, da Simona Argentieri, da Luigi Zoja e da Antonio Di Ciaccia che è allievo diretto di Lacan e curatore della sua opera in Italia e che è anche al telefono con noi. Buon pomeriggio.

Antonio Di Ciaccia – Buon pomeriggio.

Loredana Lipperini – Antonio Di Ciaccia, stiamo aspettando che ci raggiunga Gilberto Corbellini che aveva dato la sua disponibilità per questa conversazione iniziale, ma così non è e intanto io comincerei a chiederLe le motivazioni di quel manifesto  e anche una prima risposta alle accuse di perniciosa influenza, queste erano state le parole di, forse, un malinteso uso della psicoanalisi fatte da Corbellini?

Antonio Di Ciaccia Dunque, intanto il testo di Corbellini da un lato attacca la psicoanalisi e soprattutto la psicoanalisi lacaniana…

Loredana Lipperini – Infatti.

Antonio Di Ciaccia – … di cui io faccio parte come membro della Scuola di Lacan dal 76, e devo dire che per quanto riguarda la psicoanalisi siamo intervenuti in diversi analisti. Ricordo che Bolognini è il presidente della SPI ma anche il presidente dell’Internazionale freudiana, quindi la persona più autorevole ora nel mondo psicoanalitico freudiano, e poi ci sono altri due colleghi, freudiano e junghiano, e l’ho firmata anch’io.

Ora, da un punto di vista della psicoanalisi credo che effettivamente Bolognini dica una cosa molto giusta: la psicoanalisi è viva e non è proprio per niente in procinto di morire. Devo dire che, di fatto, al testo di Corbellini ho qualcosa da dire…

Loredana Lipperini – La dica, io in questo momento farò la parte di Corbellini, nel senso che se non ci collegheremo con lui leggerò gli stralci di quell’articolo. Noi abbiamo pensato questa discussione come un dialogo a due. Naturalmente, nel momento in cui una delle due parti si sottrae, sarò io a fare le sue veci. Prego, intanto – dica subito quello che voleva dire, io poi cercherò di sottoporre le tesi dell’articolo

Antonio Di Ciaccia – … e dunque io mi sono occupato di autismo fin dal 1974, posso dire che mi occupo di questo problema in modo continuativo.

Nel 1974 è stato inventato anche il sistema TEACCH – il metodo cognitivo comportamentale, che è quello che viene ora richiesto dal Ministero, e che Corbellini insiste che debba essere il modo di funzionamento, il metodo di lavoro.

Ora, la mia modalità di lavoro, che proviene strettamente dalla psicoanalisi, è stata quella di utilizzare tutti i dati che la psicoanalisi ci permette di comprendere, non per fare la psicoanalisi ai bambini autistici, nemmeno di far la psicoanalisi ai genitori, ma per creare uno spazio di vita, all’interno di una scuola o di una famiglia, dove possa circolare il desiderio. (…).

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